Appunti dell'attività durante i Contest "Alpe Adria"

 

 

 Già da qualche anno partecipo al contest Alpe Adria VHF nella categoria D, portatili oltre i 1600 mt. con 5W massimi, in compagnia d’alcuni amici della mia Sezione utilizzando il mio indicativo: IW3HHN/3.

Escludendo l’ultima partecipazione tutta l’attività è stata fatta da Cima Monte Rione a 1690 slm c.a. sul gruppo del Monte Novegno, appena a nord di Schio direttamente affacciato sulla pianura Vicentina.

Solitamente la partenza è fissata per il primo pomeriggio del sabato, per il montaggio della stazione e per essere quindi operativi alle 07.00 UTC di domenica (cosa peraltro mai successa).

Come logistica abbiamo, normalmente, a disposizione la tendina per la notte, o l’auto, e telo ombreggiante oppure tenda “a casetta” per operare.

Cominciamo dal ’96: con il mio Yaesu FT 225RD, una Tonna 17 elementi (a disposizione in sezione) e un, per allora nuovissimo, portatile IBM pentium 75 Tink Pad con CD ROM e sound blaster; di scorta Yaesu IC 202 ed 11 el. Sigma.

Partenza al sabato pomeriggio con Pino I3SBB, Bruno IW3HKC ed Io, la domenica ci raggiungeva Luciano I3CLZ.

Nel 97 riuscivo ad aggiornare l’apparato ed il contest era fatto con il mio nuovissimo Yaesu FT 736R e la solita Tonna; il gruppo d’amici che partiva sabato era composto da Luciano I3CLZ, Tony IK3ZBS ed io, la domenica mattina ci raggiungeva (in moto, un vecchio galletto) Umberto I3EHK, seguito poi da IK3SSU, IW3HKC e IW3HIV con amici e rispettive famiglie.

Quando abbiamo deciso di partecipare all’edizione del 98 eravamo già impegnati per tutta la giornata di sabato in un assistenza radio ad una manifestazione sportiva.

Quindi alle 05.00 della mattina del sabato eravamo già in macchina con, anche, tutto il materiale per il contest di domenica e pronti per un intenso week-end in radio.Tra i fautori di quest’impresa: l’inossidabile Luciano I3CLZ, il neo patentato Bruno IW3HXR ed io; alla domenica passavano a trovarci parecchi altri amici della sezione.

Il 99 è stato, per me, l’anno del cambiamento: abbiamo operato durante il contest con l’indicativo di IW3HXR/3, dell’ormai collaudato Bruno.

Al sabato siamo partiti, con due mezzi, uno per Bruno ed apparati, un altro per me in compagnia di mia moglie ed una figlia.

Dopo aver montato tutto Bruno rientrava al suo QRA per la notte e lasciava noi, in tenda, a quota 1680 con vento e pioggia.

Alla domenica mattina presto Bruno risaliva e sotto la tenda abbiamo operato per il resto della giornata, piovosa.

Queste le attività degli anni precedenti… ma i risultati ottenuti erano mediocri, quindi decidemmo di vagliare per l’anno 2000 una nuova, e più promettente, posizione !

Da qui comincia la nostra avventura Alpe Adria 2000 VHF.

Cercando una posizione comoda da raggiungere con l’auto ma il più "in quota" possibile abbiamo scelto Cima Dodici, la vetta più alta dell’Altipiano di Asiago e delle prealpi Vicentine: 2340 slm.

Sandro, IW3HVV si occupa della ricognizione qualche giorno prima del contest: se riusciamo ad ottenere un permesso di transito sulle strade chiuse al traffico, che c’evita gli ultimi 7 km di avvicinamento a piedi, ci aspetta comunque 1 ora di sentiero “ERTO” con tutto il necessario.

Il materiale è selezionato a seconda del numero dei partecipanti all’attività, quindi in base ai “portatori”: più siamo e più competitivi potremmo essere.

Oltre Sandro ed io si segnalano, per far parte del gruppo, I3EHK Umberto e IW3HXR Bruno; ci sono alcune perplessità circa lo sforzo che ci aspetta per il trasporto degli apparati, antenne, PC ed alimentazione poiché anche Floriano, I3VZF ha fatto un sopralluogo e c’esponeva le sue dubbiosità circa il raggiungimento della cima nei tempi da noi previsti.

Valutiamo quindi una seconda alternativa a Cima Dodici, anche perché da previsioni meteo il week-end si annuncia umido: seconda alternativa, in caso di maltempo, Monte Spil a 1808 slm (più noto come Monte Fior 1824 slm, ma non è quello).

Proseguendo con i preparativi provvediamo per due 17 el. F9Ft, il sostegno per affiancarle, il rotore in 12V DC, gli accoppiatori a cavo, le batterie, i pali e tutto il resto… ma vista la perturbazione ormai arrivata optiamo per la seconda scelta, che è pure favorita dalla perfetta accessibilità in auto e furgone, quindi si può abbondare con il materiale.

Gli ultimi accordi sono al martedì precedente tra Umberto I3EHK, Bruno IW3HXR ed io, tutto prosegue ed i preparativi fervono; al sabato della partenza, con il tempo ormai inclemente, qualche ripensamento ci attanaglia… ma un lampo di cielo sereno ci rincuora ed alle 15 partiamo.

Durante l’ora e trenta di strada che percorriamo si susseguono scrosci e sole, fino all’arrivo sulla cima dove una temperatura invernale ci accoglie (in particolare Bruno con giacca a vento e braghe corte) con nuvole basse che non anticipano niente di buono.

Cominciamo un sopralluogo a piedi per cercare la postazione migliore dove montare la stazione che ri-inizia a piovere; quindi armati di giacche, impermeabili e ombrelli imperterriti raggiungiamo l’ambita “Cima Spil 1808 slm”.

Con un tempo “clemente” si può contare di raggiungere, salendo di traverso un pascolo, la cima con un’auto, scaricare il materiale e ridiscendere con il mezzo scarico; con la pioggia questo sembrava ampiamente sconsigliato, tralasciando che il forte vento sulla cima non avrebbe consentito il montaggio d’antenne e tenda.    Scendiamo agli automezzi.

Insiste sempre più copiosa la pioggia, quindi decidiamo di fermarci lungo la strada verso la cima, una cinquantina di metri più in basso, in una posizione che potrebbe anche rendere possibile l’attività radio se il tempo non cambia

E’ passata un’ora dal nostro arrivo che decidiamo di montare la tenda casetta affiancata al furgone, mentre piove, e spostare il materiale più delicato dal furgone alla macchina per avere un posto per dormire in tre nel vano carico del Ducato.

Bagnati fradici, dopo il montaggio della tenda e lo spostamento del materiale, ci riposiamo al coperto… ma il freddo comincia a farsi sentire; come se non bastasse anche nella nostra posizione comincia a soffiare un vento molto forte, ci vediamo costretti a reggere i pali angolari della tenda che si flettono sotto la forza delle raffiche di tramontana.

Una folata di vento, più dispettosa delle altre, strappa tutti gli elastici che chiudevano la finestra della tenda… l’acqua inaugura una nuova entrata e sono “secchiate”.

Alle 19.30 mi ritiro in auto e, con motore acceso e riscaldamento al massimo, cerco conforto; a distanza di pochi minuti Bruno mi bussa al finestrino prospettandomi l’opportunità di scendere in pianura per la notte e rientro in postazione la mattina successiva; alle 20 stiamo mangiando un panino mentre organizziamo per scendere: il furgone, la tenda, le antenne e tutto il materiale non deperibile rimangono in quota, mentre in auto carichiamo apparati e borse varie (la tendina per la notte ed i sacchi a pelo resteranno in furgone).

Piove per tutta la strada del ritorno, ma confidiamo sulle previsioni meteo che danno una domenica in miglioramento, alle 23 siamo a Thiene… l’appuntamento è per la mattina successiva alle 06.30, poi a letto e senza cena.

Domenica mattina, alle 06.30 il tempo è bello, almeno fino alle 7.30 quando salendo verso la postazione Bruno si accorge di non avere nella giacca le chiavi del furgone (rimasto a quota 1800 con tutto il materiale).

Passano 10 minuti d’intensa ricerca e ricompaiono le chiavi, ed il sereno. Alle 8.20 siamo a fianco del furgone ed iniziamo le manovre per montare la stazione, in concomitanza con i primi nuvoloni temporaleschi minacciosi.

Tutti i pezzi delle antenne sono a terra pronte per il montaggio, mi accorgo che manca qualcosa… abbiamo dimenticato le culle ed alcuni giunti del boom in sezione.

Il clima si fa pesante, ma non il meteorologico, dopo un rapido inventario di ciò che abbiamo Umberto afferma che almeno una 17 elementi possiamo recuperarla; di due antenne possiamo “arrangiarne” almeno una supportati da: tiranti, cordini, radici (di chissà che pianta) ed il supporto previsto per l’accoppiamento delle due (e per la seconda volta torna il sereno).

Bruno, che nel frattempo montava la stazione, ci comunica che il PC per gestire il log del contest non vuole saperne di accendersi a 12V cc… eppure il pomeriggio precedente alimentato a rete funzionava; dalla magica borsa d’Umberto ecco comparire un inverter 12/220 300W, la soluzione del problema ! Vana speranza nemmeno con questo il PC si accende (ormai sono passate le 9).

Per fortuna, giacché lo spazio c’era, è stato caricato anche il gruppo elettrogeno di sezione ma, pur sapendo che l’ultima volta che era stato usato ha creato non pochi problemi d’accensione, tentiamo… dopo un’irripetibile sequela d’imprecazioni, e 30 minuti di manovre, il gruppo si accende; il PC NO !

Senza scoraggiarci il “previdente” Bruno recupera il suo secondo portatile, di scorta (ma non poteva tirarlo fuori subito ?), parte… sia a 12 V DC che a 220V AC, sia in DOS sia con Win 95… PERFETTO !!!!

Troppo presto per cantare vittoria… manca il programma per gestire il log del contest, è stato cancellato per fare spazio sul disco.

Nel frattempo, alle 09.40, Umberto ha cominciato il contest riportando i dati sul blocco, fino a che Bruno ed io non riusciamo ad imbastire qualcosa sul pc quantomeno per non ricopiare tutto ed evitare i doppi QSO.Alle 10.20 le nuvole, che prima minacciavano solamente, ora scaricano acqua ma siamo completamente operativi: una 17 elementi (di recupero tra due); un PC (che non gestisce i doppi QSO); un chiamatore automatico (ma senza la registrazione della chiamata); un rumore di fondo sul 746 (della pioggia e del temporale), manca solo il vento che impedisca di accendere il fuoco per un meritato caffè.

Fortunatamente il vento non si presenta e dopo 20 minuti il caffè è pronto. Rispetto a ciò che c’è successo nelle precedenti 18 ore il contest e filato “benissimo” e le innumerevoli pause per pessima ricezione (S9+30 di QRM), i vari spegnimenti del gruppo elettrogeno, la “bellicosa” visita dell’affittuario del pascolo, sono poca cosa.

In compenso ci siamo affiatati ulteriormente e ci siamo accorti che con un po’ d’ingegno si possono risolvere situazioni già considerate spacciate.

L’attività, QSO e QRB, si sono rivelati inferiori alle aspettative ma il preludio del contest presagiva anche molto peggio.

Abbiamo terminato il contest all’orario preciso di fine attività ma, tra smontaggi e visita (con acquisti) alla malga sotto la postazione, non siamo rientrati in pianura che alle 23.

Per fortuna che Umberto e Bruno il lunedì erano in ferie cosicché hanno scaricato il furgone la mattina successiva.

Questa è stata la nostra avventura sul Monte Fior (benché non sia il nome esatto); ci siamo ripromessi di tornare su quella postazione, ormai consci di ciò che ci può aspettare su di un “panettone” senza ombra o ripari, senza però dimenticare anche la meta originaria: cima Dodici, ma da salire solamente in condizioni meteo più che ottime.

 

 

 

                                                                                            73 de Marco IW3HHN

 

                    

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